vitigni delle colline pisane storici
vitigni delle colline pisane elemento
vitigni delle colline pisane elementi grafici
Essenze

Le uve delle colline pisane: tra tradizione e internazionalità

Vitigni delle Colline Pisane: bianchi, rossi e autoctoni da scoprire

Le colline pisane custodiscono una straordinaria ricchezza ampelografica, fatta di vitigni autoctoni e internazionali che raccontano la storia e l’identità del territorio. In questa sezione scoprirai i principali vitigni a bacca bianca e rossa, dalle varietà storiche come Sangiovese, Trebbiano e Malvasia ai vitigni riscoperti come Foglia Tonda e Sanforte, fino a uve internazionali come Cabernet, Merlot e Chardonnay. Ogni vitigno porta con sé profumi, colori e caratteristiche uniche che rendono i vini pisani autentici e inconfondibili.

Freschezza

Le uve che raccontano freschezza e tradizione

Principali vitigni a bacca bianca

I vitigni a bacca bianca delle colline pisane rappresentano un patrimonio di storia e identità, capace di unire varietà autoctone e internazionali. Dal Trebbiano Toscano e la Malvasia Bianca, legati alla tradizione vinicola locale, fino a vitigni come Chardonnay e Sauvignon Blanc, ogni uva porta con sé aromi, stili e sfumature uniche. Vini freschi, profumati e versatili che esprimono al meglio il carattere del nostro territorio.

Vitigno trebbiano toscano

Trebbiano Toscano

Ha origine comune agli altri vitigni della famiglia dei Trebbiani, noti in Italia fin dall’epoca romana. Il nome deriva da Trebula, fattoria. È conosciuto in Francia con il nome Ugni Blanc, base del Cognac e dell’Armagnac. Noto per la sua elevata produttività e per la spiccata acidità che conferisce ai vini. Si presta all’appassimento e trova massima espressione nel Vin Santo del Chianti.
Vitigno malvasia bianca

Malvasia Bianca

Vitigno appartenente alla famiglia delle Malvasie, accomunate da una fragranza piccante di muschio e albicocca e residui zuccherini piuttosto alti, adatte alla produzione di vini spumanti e passiti. Fa parte dell’antica ricetta del Chianti di Ricasoli, tanto da essere conosciuta anche come Malvasia del Chianti. Spesso vinificato insieme al Trebbiano Toscano per la produzione di vini secchi e dolci.
Vitigno colombana bianca

Colombana Bianca

Detta anche Verdea o S. Colombano, coltivata tradizionalmente sulle colline pisane, soprattutto a Peccioli, Lari e Terricciola. Riconoscibile dal colore rosso del rachide e dalla polpa croccante e gradevole, tanto da essere utilizzata come uva da tavola. Usata in uvaggi per produrre vini secchi, da poco anche in purezza, o indirizzata all’appassimento per la produzione del Vin Santo
Vitigno vermentino

Vermentino

Di origini incerte, forse spagnole. In relazione al grado di maturazione può dare vini freschi e fruttati, strutturati o vendemmia tardiva. Giallo paglierino, spesso con riflessi verdi, al naso frutta matura ed esotica con sentori di agrumi, speziato mediterraneo e floreale (acacia), gusto pieno ed equilibrato, talvolta con lieve gusto amarognolo.
Vitigno chardonnay

Chardonnay

Originario della Borgogna, è uno dei vitigni più coltivati al mondo, con caratteristiche fortemente legate al terroir. Rientra nell’uvaggio dei migliori spumanti metodo classico. Produce vini di alta acidità e gradazione alcolica, giallo paglierino scarico, naso di frutta tropicale e ananas, elegante e armonico. Buona predisposizione all’invecchiamento, sentori di frutta secca con la maturazione in barrique.
Vitigno sauvignon blanc

Sauvignon Blanc

Insieme allo Chardonnay, è la varietà a bacca bianca più coltivata al mondo. La sua culla è il Sauterne, dove rientra, con Semillon e Muscadelle, nella composizione del famoso vino botritizzato. Ottimi i Sauvignon di Friuli e Alto Adige. Il nome deriva da sauvage, selvatico. Vitigno semi-aromatico, si riconosce per le note di uva spina, ortiche, muschio, pipì di gatto, sambuco e foglia di pomodoro.
Intensità

La forza e il carattere dei grandi rossi toscani

Principali vitigni a bacca rossa

I vitigni a bacca rossa delle colline pisane raccontano l’anima più intensa della tradizione enologica. Dal Sangiovese, protagonista indiscusso dei vini toscani, ai vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, fino alle varietà autoctone come Canaiolo, Ciliegiolo e Colorino: ogni uva regala vini corposi, complessi e longevi. Un mosaico di profumi e sfumature che esprime tutta la ricchezza del nostro territorio.

vitigni a bacca rossa
vitigni a bacca rossa elementi
vitigni a bacca rossa elemento
Vitigno sangiovese

Sangiovese

Dalle origini contese tra Toscana ed Emilia-Romagna, è il principale vitigno autoctono usato per la produzione del Chianti e di molti altri vini della penisola. Ha numerosi cloni, come il Sangiovese grosso, più noto come Brunello. Si adatta a diversi ambienti e si esprime con poliedricità in vini semplici o complessi e adatti ad un lungo invecchiamento, spesso accomunati dalla tipica nota di viola mammola.
Vitigno cabernet sauvignon

Cabernet Sauvignon

Rustico, ma eccellente, diffuso in tutto il mondo, è nato nel Bordeaux, tra Médoc e Grave, dall’incrocio tra Cabernet Franc e il bianco Sauvignon. Si presta alla produzione di vini dotati di grande longevità, spesso assemblato con Cabernet Franc e Merlot nel celebre taglio bordolese. Vitigno dei Supertuscan della DOC Bolgheri, ha colore profondo, tannino e struttura, con sentori di peperone e ribes.
Vitigno cabernet franc

Cabernet Franc

Originario del dipartimento francese della Gironda (Bordeaux) e diffuso in Nord America, Cile, Argentina, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda. Toscana, in particolare Bolgheri, e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni italiane più vocate alla produzione di vini in purezza eleganti ed equilibrati. Meno tannico del Cabernet Sauvignon, si riconosce per le inconfondibili tracce fumé e di peperone.
Vitigno syrah

Syrah

Vitigno internazionale francese, ricorda l’antica città di Schiraz in Persia. In Italia è allevato soprattutto al centro e al sud; in Francia in Valle del Rodano, Côte Rotie, Châteauneuf-du-Pape, Ardèche ed Hermitage; nel nuovo mondo, si esprime al meglio nelle regioni vinicole più calde, come Australia, Sud-Africa e California. Vinificato ha sentori di pepe, color rosso rubino molto carico, tannino esuberante.
Vitigno merlot

Merlot

Di origini francesi, ricorda nel nome i merli, uccelli ghiotti dei suoi acini. Studi molecolari dimostrano che è frutto dell’incrocio tra Cabernet Franc e l’antico Magdaleine Noire des Charentes. In Italia è coltivato principalmente nel nord-est e nella Maremma toscana. Di maturazione precoce, presenta note erbacee meno marcate del Cabernet e un analogo contenuto in tannini e antociani.
Vitigno canaiolo nero

Canaiolo nero

Molto diffuso in Toscana, fa parte, insieme a Sangiovese e Malvasia, dell’uvaggio ideato dal Barone Ricasoli per il Chianti classico. Il nome sembra derivare dal latino canicola, il periodo più caldo dell’estate, momento di invaiatura. Alcuni sinonimi del vitigno (Canina, Cagnina, Uva dei Cani) fanno pensare alla rosa canina o all’erba canina, alludendo alla nota amarognola del vino che produce.
Vitigno ciliegiolo

Ciliegiolo

Vitigno toscano, coltivato in molte regioni dell’Italia centrale, richiama nel nome la ciliegia, per colore e aroma. Impiegato principalmente nel taglio con il Sangiovese, aggiunge alcolicità, morbidezza e una discreta attitudine all’invecchiamento. In purezza ha colore rubino con brillanti venature viola, buona gradazione alcolica, profumi complessi e fini, palato strutturato, corpo pieno e bassa acidità.
Vitigno colorino

Colorino

Vitigno autoctono Toscano, forse discendente da uve selvatiche spontanee, spesso abbinato al Sangiovese, dà colore al vino e attenua la nota tannica caratteristica del Chianti. Il nome si riferisce alla forte pigmentazione dei mosti. Nelle più moderne vinificazioni in purezza, fornisce vini profondi di un colore che ricorda barbabietola, con buona gradazione alcolica e struttura, ma bassa acidità.
Vitigno malvasia nera

Malvasia Nera

Il nome della famiglia proviene dalla bizantina Monemvasia, dove si producevano omonimi vini dolci esportati in tutta Europa dai Veneziani. Sono noti diversi cloni: Malvasia Nera di Brindisi, di Lecce, della Basilicata; Malvasia Nera Lunga in Piemonte. Rientra nell’uvaggio del Chianti e nell’Alto Adige Malvasia DOC. Di buona acidità, corpo leggero, si usa spesso in blend per dare colore e profumi.

Schiettezza

Passione autentica e cultura enologica

Il valore schietto del vino e del territorio

Essere schietti significa raccontare i vigneti senza artifici: uve che parlano del territorio, della passione dei produttori e della genuinità delle colline pisane. Ogni vitigno è espressione autentica di un’identità che si rinnova vendemmia dopo vendemmia.

Rinascita

La rinascita di uve schiette e rare

Vitigni autoctoni recuperati

Accanto ai vitigni più noti, le colline pisane custodiscono varietà autoctone riscoperte e valorizzate. Sanforte, Foglia Tonda e I-G76 raccontano il legame profondo con la tradizione e l’evoluzione del territorio: uve schiette, capaci di dare vini intensi, longevi e di grande personalità. Un patrimonio ritrovato che arricchisce l’identità vitivinicola pisana.

Vitigno sanforte

Sanforte

Chiamato anche Sangiovese Forte, si distingue dal Sangiovese per differenze genetiche, maggior numero di grappoli, vigoria e produttività. La maturazione anticipata lo rende più adattabile rispetto al Sangiovese a situazioni climatiche avverse. Se vinificato in purezza, dà un vino con elevata gradazione alcolica e buona acidità
Vitigno ig76

I-G76

Clone di Sangiovese con buccia spessa pruinosa di colore blu tendente al nero ed elevato contenuto di flavonidi. Dà vini intensamente colorati, strutturati, molto persistenti, complessi, con sentori di frutta rossa, spezia e tabacco quando invecchiati; è adatto alla produzione di vini di pronta beva, con tannini morbidi e rotondi, ma anche vini adatti ad un medio-lungo invecchiamento.
Vitigno foglia tonda

Foglia Tonda

eve il suo nome alla forma orbicolare della foglia. I primi ritrovamenti risalgono a fine ‘800 in vigneti del barone Ricasoli. Si tratta di un vitigno molto produttivo, con buona resistenza ai comuni parassiti della vite. Unito agli altri vitigni tipici della zona del Chianti, dà una maggior robustezza al vino e lo rende più adatto all'invecchiamento.

Diversità

Internazionali e storici, un mosaico di sfumature

Altri vitigni

Accanto ai vitigni autoctoni, le colline pisane accolgono anche varietà di origine internazionale e nazionale che arricchiscono la produzione locale. Dal Tempranillo al Petit Verdot, dal Pinot Grigio al Riesling Bianco, ogni uva porta con sé caratteristiche uniche e stili diversi. Un patrimonio variegato che si integra con armonia al territorio, offrendo vini schietti, complessi e capaci di sorprendere.

Vitigno Tempranillo

Tempranillo

Varietà spagnola, con nome che allude alla maturazione precoce, che lo rende idoneo anche alla coltivazione in zone fredde come la Rioja. Oltre all’Argentina, ha trovato espressione anche in Toscana, a San Miniato, portato nel ‘700 dai pellegrini lungo la Via Francigena. Simile al Sangiovese per tannicità e acidità, ma più intenso nel colore, è capace di dare grandi vini affinati in legno e in bottiglia
Vitigno petit verdot

Petit Verdot

Vitigno a maturazione tardiva originario della regione francese Médoc, è coltivato anche in California e alcune regioni greche e italiane. Si esprime in modo eccellente in Toscana, soprattutto nella Maremma livornese e grossetana, e in Lazio, nell’Agro Pontino. Si usa principalmente in assemblaggio per aggiungere corpo, colore porpora, tannini e profumi fruttati.
Vitigno teroldego

Teroldego

Vitigno a bacca rossa principale del Trentino. Da recenti analisi genetiche, è stato dimostrato che proviene, come il Lagrein, dal Pinot Nero. Dà un vino elegante con ottima propensione all’invecchiamento, colore intenso, denso. Al naso ciliegia matura, mirtilli e frutti di bosco, spezie dolci, cacao, pepe, china, liquirizia e rabarbaro. Forte componente tannica.
Vitigno alicante

Alicante

Di origine spagnola, è conosciuto come Cannonau, Tocai o Tai Rosso, Grenache e Garnacha Tinta. Buccia degli acini pruinosa e tendente al blu scuro e al violetto. Vinificato spesso in assemblaggio con altri vitigni, è particolarmente alcolico. Al naso frutta bacca nera, come more e mirtilli, e sfumature di spezie dolci. Morbido e tannico.
Vitigno pinot grigio

Pinot Grigio

Nato in Borgogna dal Pinot Nero, fu introdotto in Italia da un piemontese nel 1820. L’origine del nome deriva da pin, pino: la forma del grappolo ricorda una piccola pigna. Coltivato con freddo costante, dà vini corposi e strutturati; soggetto a escursioni termiche, produce un vino molto più aromatico, dal sapore fruttato. Giallo paglierino con note aranciate se sottoposto a macerazione.
Vitigno viognier

Viognier

Figlio del Mondeuse Blanche, con strette relazioni genetiche con Syrah, Freisa e Nebbiolo, si sta diffondendo negli ultimi anni grazie alla sua capacità di produrre vini strutturati e profumati, anche in purezza. In Italia è presente in Piemonte, Sicilia e Maremma Toscana. Ha buon contenuto zuccherino, ma poca acidità, per questo è usato soprattutto in blend con uve bianche o rosse.
Vitigno petit manseng

Petit Manseng

Originario del Jurançon, in Italia è coltivato in Lazio, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Toscana. Si riconosce dalle piccole bacche con buccia spessa. I grappoli possono essere fatti appassire sulla pianta, con metodo passerillage, fino ad autunno inoltrato per concentrare gli zuccheri. Dà vini giallo paglierino intenso, con note speziate e minerali. Al palato è fresco, sapido, di buona struttura, con finale fruttato.
Vitigno riesling bianco

Riesling Bianco

Meglio noto come Riesling Renano, dal luogo d’origine, è uno dei vitigni più coltivati in Germania. Il nome deriva da reissende tiere, animale selvatico, per l'aroma vagamente muschiato. Acini giallo dorati con punteggiature marroni e sapore leggermente aromatico. Particolarmente adatto a sviluppare la muffa grigia, è il vitigno dei grandi vini dolci tedeschi.
TICKET

Acquista subito il tuo biglietto

Prenota ora il tuo ingresso alla prossima edizione di Pisani più Schietti e assicurati l’accesso a una giornata interamente dedicata al vino di qualità, alla scoperta del territorio e alla convivialità.

#schiettoè

Il valore della sincerità nel calice e nelle relazioni

Perché “Schietti”?

Il termine schietto non è stato scelto a caso: racchiude l’essenza della manifestazione e del vino pisano. Significa sincero, autentico, diretto. È il modo in cui i produttori raccontano il loro lavoro, senza artifici, e il modo in cui il vino si presenta al pubblico, libero da filtri e compromessi. Partecipare a Pisani più Schietti significa vivere un’esperienza genuina, fatta di trasparenza, passione e verità.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Newsletter

Resta sempre aggiornato sui prossimi eventi

Iscirviti alla nostra Newsletter