Le origini della viticoltura pisana affondano le loro radici nella civiltà etrusca: i reperti archeologici della zona di Montescudaio, Volterra e Terricciola suggeriscono l’importanza del vino nella cultura del territorio. La posizione strategica della città di Pisa e la presenza del porto favoriscono ben presto lo sviluppo delle attività produttive, rendendo il territorio un importante snodo commerciale in epoca romana: il vino di Terricciola, racconta Plinio il Vecchio, è offerto a Publio Cornelio Scipione come augurio prima della partenza per la vittoriosa campagna d’Africa.
Dal Medioevo al Settecento è possibile ricostruire la storia del vino grazie alle centocinquantamila lettere commerciali conservate nell’Archivio Datini a Prato, nell’Archivio Statale a Firenze e nell’Archivio Salviati a Pisa, oltre agli archivi catastali, che documentano il crescente sviluppo della viticoltura nel pisano in termini di produzioni, redditività e scambi commerciali. Dai catasti si apprende, inoltre, che a Montopoli si producevano ottimi trebbiani, meno costosi di quelli del Valdarno; i vini di maggior pregio provenivano dalle zone che oggi ricadono nella DOCG Chianti Colline Pisane e DOC San Torpé, vino storico della Provincia di Pisa, venduto sul mercato a Firenze già dal 1400.